Continuano serrate le indagini dei Carabinieri sull’omicidio del 66enne Alfio Longo, dopo la clamorosa svolta arrivata all’alba di ieri con la confessione della moglie della stessa vittima, la 64enne Enza Ingrassia.
Stamane nel carcere di Piazza Lanza a Catania (dove la donna è detenuta da ieri in seguito al fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura Distrettuale di Catania, per il reato di omicidio) si è tenuta l’udienza di convalida fermo, durante la quale la donna è stata ascoltata dal Gip. Il suo legale, Luigi Ciscunà, ha chiesto il trasferimento in comunità o gli arresti domiciliari poiché non ci sarebbe nessun pericolo di contaminazione delle prove, di fuga o di reiterazione del reato.
Intanto nella serata di ieri i Carabinieri del Reparto Scientifico sono ritornati nella villetta dell’orrore in contrada Crocifisso. Durante il sopralluogo i militari dell’Arma hanno cercato ulteriori elementi che possano tornare utili per l’esatta ricostruzione della vicenda, ma anche per far luce sugli altri inquietanti ritrovamenti fatti nel villino: spunterebbe adesso un’agenda di proprietà dell’elettricista in pensione contenente i nomi di esponenti della criminalità locale; ci sono poi il fucile calibro 12, la pistola Beretta 92 sb, di quelle in dotazione alle forze dell’ordine risultata essere stata rubata nel 1996 (entrambe detenute illegalmente), circa venti piante di marijuana e nella mansarda di casa un locale adibito ad essiccatoio per la droga.
L’esame autoptico sulla salma di Alfio Longo verrà effettuato lunedì prossimo nell’ospedale Garibaldi a Catania. I risultati permetteranno agli inquirenti di aggiungere un ulteriore tassello a questa intricata vicenda su cui si è fatta luce ancora solo in parte. Fondamentale risulterà, probabilmente, ai fini dell’indagine, scoprire se nel corpo del 66enne possano essere presenti tracce di sedativi (che la moglie avrebbe potuto, il condizionale è d’obbligo, somministrare al marito prima che andasse a dormire per portare a termine, eventualmente con più facilità, quanto sembrerebbe premeditato). L’autopsia permetterà inoltre di scoprire l’ora del decesso, nonché il numero di colpi inflitti all’uomo mentre dormiva.
Insomma una vicenda ancora tutta da chiarire nei particolari, si lavora per accertare il movente di Enza Ingrassia che la stessa durante la confessione ha dichiarato essere: “quarant’anni di violenze di ogni genere che il proprio marito le riservava” (soprusi che la donna non ha però mai denunciato prima alle autorità e per questo da accertare). C’è poi da comprendere tanto la provenienza quanto il perché in casa ci fossero armi e droga (e su questi ultimi elementi sembrerebbe che la donna abbia ammesso, dopo aver inizialmente negato, di esserne a conoscenza ma contraria e perché proprio delle piante di marijuana se, sembrerebbe, il 66enne non fosse avvezzo al fumo). Rimane quindi da analizzare ogni movimento finanziario della coppia. Senza dimenticare che bisogna anche far chiarezza sull’eventuale, o meno, coinvolgimento di terzi.
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