La Regione costretta a varare una legge che impedisca la paralisi della raccolta e la perdita di 12 mila posti.
Scattano i licenziamenti collettivi negli Ato rifiuti. La Regione è costretta, in tempi rapidissimi, a varare una legge che impedisca la paralisi della raccolta e la perdita di 12 mila posti di lavoro.È una corsa contro il tempo: l’Ars dovrà varare, in due settimane, l’esercizio provvisorio (in sostituzione del bilancio regionale) e la proroga, per altri sei mesi, dei vecchi enti che gestiscono la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Una norma “paracadute” per il personale, fino a luglio 2013, e per avviare la transizione verso un nuovo modello di gestione.
Nell’attesa, poiché la legge (del 2010) prevede che gli Ato chiudano il 31 dicembre, i commissari liquidatori hanno avviato procedure di licenziamento collettivo del personale. L’Ato Palermo 5, che gestisce il servizio per sedici Comuni compresi nell’area fra Termini, Cefalù e le Madonie, ha comunicato ai sindacati il licenziamento di tutti i 225 operai, a partire dal primo gennaio. Per Cgil, Cisl e Uil «altre situazioni dello stesso tipo stanno per verificarsi a Messina, Catania e Agrigento. Appare ormai abbastanza evidente che il settore dei rifiuti, senza un concreto confronto con le parti sociali, è totalmente allo sbando e a pagare sono i lavoratori». I sindacati chiedono a Crocetta di essere ricevuti e preannunciano una serie di sit-in sotto presso la Presidenza della Regione. Tensione ancora più alta in altre realtà.
In tanti rischiano dunque il posto dal primo gennaio. Il motivo è che le Srr, che dovevano sostituire gli Ato sotto forma di consorzi di Comuni, non sono stati creati. Per questo motivo, spiegano all’assessorato regionale ai Rifiuti, a giorni arriverà all’Ars un disegno di legge che proroga i vecchi Ato. Il testo prevederà anche la possibilità di appaltare, per lo stesso ambito geografico, un nuovo servizio di raccolta e smaltimento che successivamente ogni sindaco (o gruppi di sindaci) potrà sfruttare con contratti di servizio più particolari. Nell’attesa di decidere quale sarà l’ente appaltante in sostituzione delle Srr (vero nodo del disegno di legge), il personale resterà in servizio nei vecchi Ato, senza transitare nei Comuni: il disegno di legge prevederà che le ditte aggiudicatrici dei nuovi appalti saranno obbligate ad assorbire questi lavoratori.Gli stessi interrogativi sul servizio integrato dei rifiuti (e del sistema di tariffazione) sono stati affrontati, qualche giorno fa, durante l’assemblea dei soci tenutasi nella sede della Simeto Ambiente.

