Ma veniamo ai fatti.
L’accusa è di truffa aggravata e falso ideologico ai danni del Municipio. Un capo d’imputazione che ha spedito dietro le sbarre un dipendente comunale di Adrano che gli agenti del Commissariato di Polizia hanno pedinato per giorni; per quasi tre settimane. Un appostamento continuo che alla fine ha accertato come il dipendente (assunto nel 1990 dal Comune di Adrano) dopo avere timbrato, punzonato, regolarmente il proprio tesserino tornava tranquillamente a casa o in alternativa stava in giro per la città magari facendo la spesa. Poi tornava, regolarmente, al suo turno di lavoro (si fa per dire) ma solo per ritimbrare il proprio tesserino segnatempo a chiusura dell’orario lavorativo. Il dipendente comunale in questione l’ha fatta franca per parecchio tempo: la mansione di custode evidentemente era divenuto più un passatempo che un lavoro: un hobby però regolarmente pagato con lo stipendio municipale.
Alla fine una segnalazione anonima giunta al Commissariato sembrerebbe avere allertato gli inquirenti. I poliziotti lo hanno seguito, come detto, per una ventina giorni: lo hanno filmato con piccole telecamere in giro per strada acquisendo così la prova certificata che rispettare l’orario di lavoro era divenuto una sorta di optional.
Al momento dell’arresto, avvenuto nell’abitazione dell’uomo, il diretto interessato ha accampato una scusa davvero poco probabile: quella di essere a casa perché in procinto di andare in ferie e di non avere ricevuto ancora i buoni pasto del Comune. Giustificazione che non ha gli ha evitato l’arresto.
fonti: StarNews VideoStar, TVA
Il dipendente comunale non era un assenteista. [La Sicilia]
Assolto perché il fatto non sussiste. Si è chiuso così il processo a carico del dipendente comunale adranita arrestato lo scorso gennaio con l’accusa di truffa aggravata e falso ideologico ai danni del Comune. Secondo i giudici, non è un assenteista il dipendente del Comune che dunque avrebbe svolto regolarmente i suoi compiti di sorveglianza e custodia delle condotte di distribuzione irrigua, che prevedono la presenza dell’uomo nei luoghi di lavoro in orari variabili. Nella sostanza il dipendente doveva recarsi nei luoghi di lavoro in orari legati alle esigenze della distribuzione irrigua. L’arresto del dipendente adranita, assunto dal Comune circa 20 anni fa, fece molto scalpore, l’uomo trascorse in carcere un paio di giorni. Adesso l’assoluzione che chiude la vicenda. Le indagini condotte dalla polizia, che scaturirono da una segnalazione, si avvalsero di pedinamenti da parte dei poliziotti che per circa 20 giorni seguirono tutti i movimenti dell’uomo. Gli agenti muniti di telecamera filmarono tutte le fasi in cui il dipendente si recava in un ufficio comunale per ratificare la propria presenza in servizio timbrando il tesserino segnatempo. I poliziotti filmando la fase in cui l’uomo timbrava all’inizio e alla fine del turno, avrebbero accertato che il dipendente non si recava poi sul posto di lavoro ma in altri luoghi per svolgere faccende personali, come ad esempio quelle di fare la spesa. I poliziotti inoltre avevano acquisito in municipio altre informazioni e atti per documentare quella che venne ritenuta inottemperanza ai doveri previsti dalle mansioni rivestite dal dipendente. Ieri la parola fine sulla vicenda con l’assoluzione perché il fatto non sussiste.
Convalidato l’arresto
il «comunale» torna libero – Rimesso in libertà il dipendente comunale adranita arrestato dagli agenti del commissariato di Adrano con l’accusa di truffa aggravata e falso ideologico ai danni del Comune. Convalidato l’arresto, dopo il rito per direttissima celebrato ieri nella sezione staccata di Adrano del Tribunale di Catania, non sono state ritenute necessarie le esigenze di custodia cautelare e pertanto il dipendente comunale è stato scarcerato.
Della vicenda se ne occuperà il processo, prima udienza il 10 febbraio.
SALVO SIDOTI su La Sicilia
Essendo la punta di un iceberg, come leggo in questo intervento, al Comune in questo momento ci saranno un bel pò di persone con la tremarella….
Non dobbiamo fare gli ipocriti.
Il tizio in questione senza coperture dall’interno non avrebbe potuto fare tutto ciò. Possibile che nessuno sapesse? Il dirigente preposto al suo servizio non si è mai accorto di nulla?
Mi dispiace si debba arrivare a questo ma se è necessario è giusto farlo! molti giovani non lavorano e lo farebbero molto volentieri in qualsiasi campo. impiegare i soldi per pagare chi va a spasso è un eresia, meglio darli ai poveretti. Ricordo anche che “LAVORARE” non vuol dire esser presenti sul posto di lavoro ma esuguire le manzioni per cui si è pagati, spero che da questo evento, chi interessato, prenda spunto affinchè non ci siano più di questi casi o disservizzi.