Rischia di franare sotto una montagna di emendamenti e sub-emendamenti il disegno di legge sul «Piano casa». I correttivi apportati dal governo non hanno convinto i partiti dell’opposizione, Pdl e Udc, ma forti mal di pancia ci sono anche nel Pd, partito che sulle riforme appoggia il «Lombardo ter». Tant’è che Antonello Cracolici, ieri sera, subito dopo la conclusione della seduta dell’Ars, ha riunito il proprio gruppo nel tentativo di fermare l’annunciata ondata di emendamenti ai sub-emendamenti presentati poco prima dal governo regionale. Una riunione piuttosto concitata e che Pino Apprendi, Francesco Rinaldi e Michele Galvagno hanno abbandonato, ognuno per un motivo diverso, in dissenso con l’accordo raggiunto da Cracolici, lunedì sera, nel corso dell’incontro con Lombardo e gli esponenti dell’Mpa e del Pdl Sicilia. Al di là degli aspetti tecnici, le divisioni all’interno del Pd, anche se ufficialmente è prevalsa la linea Cracolici, sono la spia di un malessere politico che si annida all’interno di una delle maggiori forze che sostengono il governo Lombardo.
Si vedrà oggi, alla scadenza dei termini per la presentazione degli emendamenti, se la frattura all’interno del Pd sarà sanata. Pdl e Udc, che hanno già presentato circa 200 emendamenti, sono pronti a dare battaglia in Aula, ricorrendo anche al voto segreto. Il cammino del disegno di legge sul «Piano casa», insomma, si annuncia piuttosto difficile. C’è anche il concreto rischio che si blocchi del tutto. Meglio nulla piuttosto che una legge confusionaria, ben lontana dall’idea originaria, inserendovi tutto ed il contrario di tutto.
Non si può sacrificare sull’altare degli interessi politici (e non) l’opportunità di dare nuovo slancio alla piccola edilizia privata che consentirebbe di dare lavoro a migliaia di disoccupati.
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