PALERMO. Nel giro di un mese il Pdl Sicilia all’Ars potrebbe perdere più di un terzo dei suoi quindici componenti: i sei finiani, infatti, subito dopo la nascita (più che probabile) di un partito su scala nazionale costituiranno un gruppo autonomo. «Sarebbe un passaggio naturale», afferma Carmelo Briguglio, deputato vicinissimo al presidente della Camera. «Un nuovo partito non potrebbe avere che come conseguenza anche un nuovo gruppo all’Ars», chiosa Pippo Scalia, coordinatore regionale di Generazione Italia. «È uno scenario realistico, noi intanto ci stiamo strutturando sul territorio e vediamo ogni giorno aumentare le adesioni», aggiunge Alessandro Aricò, uno dei sei deputati finiani all’interno del Pdl Sicilia all’Ars (gli altri sono Pippo Currenti, Carmelo Incardona, Livio Marrocco, Toni Scilla e Luigi Gentile, che riveste il ruolo di assessore nella giunta Lombardo). Tuttavia per i finiani non sono in discussione né i rapporti con Miccichè né l’appoggio a Lombardo, «purchè il governatore non dia vita a un nuovo esecutivo solo con il Pd e senza Miccichè e Udc», precisa Scalia.
«La creazione di un gruppo autonomo non sarebbe certamente… in polemica con il Pdl Sicilia, anzi per usare la denominazione corretta con il gruppo “Sicilia”: siamo stati noi finiani insieme a Misuraca a volerne la nascita, Miccichè si è aggregato poi – sottolinea Briguglio – Tuttavia se, come ora sembra probabile, la frattura con Berlusconi dovesse portare alla nascita di un partito finiano, sarebbe consequenziale un nostro gruppo anche all’interno dell’Ars. Fermo restando sia l’interlocuzione con Miccichè che il sostegno a Lombardo». Aggiunge Scalia: «Molto dipende dallo scenario nazionale. Noi non vorremmo uscire dal Pdl Sicilia, lo consideriamo una nostra creatura. Ma se nasce un nuovo partito, nascerà pure un gruppo all’Ars. Non è un caso che ci stiamo organizzando con i circoli di Generazione Italia: sono già quasi duecento in tutta la Sicilia, una cinquantina dei quali nel Palermitano».
Nei giorni scorsi un vertice ad Acicatena nell’abitazione del viceministro Adolfo Urso è servito a misurare la forza dei finiani in Sicilia: «Finora hanno aderito quattro parlamentari nazionali, cinque regionali, due assessori regionali, il presidente della Provincia di Enna e oltre 500 amministratori locali», sottolinea Scalia in vista della convention in programma a Mirabello il 5 settembre, che quasi certamente fungerà da battesimo per il nascituro partito di Fini. «Aspettiamo quella data per trarre conclusioni – aggiunge Scalia- Con Miccichè la collaborazione è proficua. L’eventuale nostra fuoriuscita dal gruppo in comune non significherebbe certo una presa di distanza da lui».
Di certo, venendo a mancare l’apporto dei finiani il Pdl Sicilia perderebbe una parte non indifferente della propria forza contrattuale. Peraltro boatos dicono di un’interlocuzione costante tra i finiani – in particolare Scalia – e Dore Misuraca, pure lui rappresentato da deputati all’interno del Pdl Sicilia (ieri non è stato possibile contattarlo). E non è un mistero che i tre catanesi Cristaudo, Nicotra e Scammacca della Bruca siano già ora quasi gruppo a sé. Insomma, i miccicheiani potrebbero ritrovarsi da soli o quasi all’interno del Pdl Sicilia. Sempre che prima non sia lo stesso Miccichè a ritornare nell’alveo del Pdl ufficiale. Ma anche in questo caso bisogna attendere settembre, termine ultimo indicato da Berlusconi per un chiarimento sulle due anime del Pdl siciliano.