 L’Ars è in stato confusionale mentre si discute del Piano Casa. Tra emendamenti e riscrittura di interi articoli il ddl sta perdendo la sua fisionomia iniziale basata sul testo concordato a livello nazionale dalla conferenza governo-regioni. Non a caso dai vari settori assembleari di maggioranza e di opposizione questo ddl viene definito un «pastrocchio» e si teme che la presenza di molte contraddizioni ed incongruenze possano essere oggetto di impugnativa da parte del Commissario dello Stato. Non a caso da più parti sia di maggioranza che di opposizione sia stato rivolto invito al governo di ritirare il ddl e ritornare in commissione per riscriverne un altro che sia fedele interprete del Piano Casa previsto dai citati accordi del governo centrale con le regioni.
L’Ars è in stato confusionale mentre si discute del Piano Casa. Tra emendamenti e riscrittura di interi articoli il ddl sta perdendo la sua fisionomia iniziale basata sul testo concordato a livello nazionale dalla conferenza governo-regioni. Non a caso dai vari settori assembleari di maggioranza e di opposizione questo ddl viene definito un «pastrocchio» e si teme che la presenza di molte contraddizioni ed incongruenze possano essere oggetto di impugnativa da parte del Commissario dello Stato. Non a caso da più parti sia di maggioranza che di opposizione sia stato rivolto invito al governo di ritirare il ddl e ritornare in commissione per riscriverne un altro che sia fedele interprete del Piano Casa previsto dai citati accordi del governo centrale con le regioni.
            Sala d’Ercole è stata prevalentemente bloccata da un ampio quanto significativo dibattito sull’art. 2, uno degli articoli più discussi che va al cuore del provvedimento. In particolare ci si è soffermati in una lunga disquisizione sull’emendamento soppressivo del comma 4 dell’art.2 a firma dell’on. Beninati (Pdl). Questo il testo del comma per cui era stata chiesta la soppressione: «Gli interventi possono riguardare esclusivamente edifici legittimamente realizzati. Sono esclusi gli immobili che hanno usufruito di condono edilizio». La permanenza di questo comma (l’aula ha respinto l’emendamento con voto segreto – 48 voti e 24 a favore -) è stata da alcuni riconosciuta come salvaguardia di chi ha realizzato case legittimamente, senza premiare chi ha usufruito di condono. Di contro, secondo altri, la soppressione di questo comma avrebbe fatto giustizia anche a chi ha pagato l’obolo del condono edilizio. A tal proposito ecco nel video sotto le dichiarazione in aula dell’on. D’Asero.
L’aula ha quindi approvato gli articoli 6 e 7 che riguardano rispettivamente la “semplificazione e snellimento delle procedure”, ma anche le norme sulle “misure antisismiche”.
Fonti: lasicilia.it/ quotidiano La Sicilia/ http://www.ars.sicilia.it/

 
  
 