L’Ars è in stato confusionale mentre si discute del Piano Casa. Tra emendamenti e riscrittura di interi articoli il ddl sta perdendo la sua fisionomia iniziale basata sul testo concordato a livello nazionale dalla conferenza governo-regioni. Non a caso dai vari settori assembleari di maggioranza e di opposizione questo ddl viene definito un «pastrocchio» e si teme che la presenza di molte contraddizioni ed incongruenze possano essere oggetto di impugnativa da parte del Commissario dello Stato. Non a caso da più parti sia di maggioranza che di opposizione sia stato rivolto invito al governo di ritirare il ddl e ritornare in commissione per riscriverne un altro che sia fedele interprete del Piano Casa previsto dai citati accordi del governo centrale con le regioni.
Nel pomeriggio era stato approvato l’articolo 2, che prevede la possibilità di ampliare fino al 20 per cento gli immobili, purchè in presenza della riqualificazione: gli ampliamenti non possono in ogni caso superare i 200 metri cubi.
Sala d’Ercole è stata prevalentemente bloccata da un ampio quanto significativo dibattito sull’art. 2, uno degli articoli più discussi che va al cuore del provvedimento. In particolare ci si è soffermati in una lunga disquisizione sull’emendamento soppressivo del comma 4 dell’art.2 a firma dell’on. Beninati (Pdl). Questo il testo del comma per cui era stata chiesta la soppressione: «Gli interventi possono riguardare esclusivamente edifici legittimamente realizzati. Sono esclusi gli immobili che hanno usufruito di condono edilizio». La permanenza di questo comma (l’aula ha respinto l’emendamento con voto segreto – 48 voti e 24 a favore -) è stata da alcuni riconosciuta come salvaguardia di chi ha realizzato case legittimamente, senza premiare chi ha usufruito di condono. Di contro, secondo altri, la soppressione di questo comma avrebbe fatto giustizia anche a chi ha pagato l’obolo del condono edilizio. A tal proposito ecco nel video sotto le dichiarazione in aula dell’on. D’Asero.
In serata l’Ars ha poi approvato l’articolo 3 del Ddl sul cosiddetto “Piano casa”, che riguarda le possibilità di ampliamento per edifici – ultimati entro il 31 dicembre 2009 – da demolire e ricostruire: in questi casi è consentito l’ampliamento fino al 25 per cento in presenza di utilizzo di tecniche costruttive di bioedilizia, ma si può arrivare fino al 35 per cento in caso d’installazione di fonti di energie rinnovabili.
L’aula ha quindi approvato gli articoli 6 e 7 che riguardano rispettivamente la “semplificazione e snellimento delle procedure”, ma anche le norme sulle “misure antisismiche”.
La seduta è stata rinviata a oggi alle 16. Restano da esaminare ancora tre articoli.
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