Forse non doveva morire Antonio Crispi, 44 anni, il titolare del chiosco-bar di Biancavillatrovato col volto sfigurato domenica mattina all’interno della sua auto, a pochi chilometri a sud di Biancavilla, in una traversa della Strada Provinciale 167 che porta fino alla zona di Piano Rinazze.
Intercettato sabato in una zona di campagna, forse in compagnia di qualcuno o di qualcuna, Crispi è stato fatto inginocchiare prima che gli uomini che lo hanno bloccato scagliassero la loro rabbia contro il capo della vittima trovato col cranio fracassato dai ripetuti colpi di pietra.
Il sospetto è che Crispi abbia pagato un conto salatissimo con la vita per un torto commesso nei confronti di qualcuno che comunque non aveva intenzioni estreme, tanto che all’appuntamento si è presentato senza un’arma anche bianca anche un semplice coltello che avrebbe certamente permesso in maniera meno violenta la punizione nei confronti di Antonio Crispi. La vittima aveva delle ferite anche nelle ginocchia e questo particolare lascia intendere che prima di essere colpito a morte è stato per un bel pezzo inginocchiato chissà per quale ragione.
Ieri gli investigatori dei carabinieri hanno sentito tanti amici occasionali e tra questi anche una donna che Crispi conosceva e che in più occasioni ha frequentato tanti pregiudicati di quella zona tra Biancavilla e Adrano divenuta oramai da mesi un luogo caldo con tanti morti ammazzati, un po’ come è avvenuto durante le guerre di mafia nel cosiddetto triangolo della morte. Due le piste battute dagli investigatori che portano all’eliminazione di Crispi: quella della droga e quella passionale forse quest’ultima legata alla frequentazione di una donna intoccabile. Il movente del delitto resta la punizione degenerata sino alla morte. Più passano le ore e più si allontana la verità: delitti del genere vanno risolti entro le 72 ore anche per evitare che le prove diventino inutilizzabili. Ecco perché gli investigatori dei carabinieri hanno sentito tante persone e controllato con dovizia di particolare i traffici telefonici della vittima. Dal suo telefono è possibile ricostruire gli ultimissimi spostanti sin da sabato quando non ha più fatto rientro a casa.
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