La comunità adranita ha perduto, nel silenzio generale e, forse, senza rendersene conto, l’unico servizio sanitario per fronteggiare le emergenze. Ancora una volta, la nostra città è stata “scippata” di un servizio fondamentale.
ObBiettivo Adrano lancia un appello alle forze politiche, culturali e sociali perché superino le divisioni, realizzando quell’unità d’intenti necessaria per scongiurare, con opportune iniziative, quella che si configura come una situazione di potenziale pericolo per la salute dei cittadini.

L’antefatto. Soltanto pochi giorni fa, l’Asp, per bocca del suo Commissario straordinario, Gaetano Sirna, aveva annunciato la prossima apertura ad Adrano, nei locali dell’ex presidio ospedaliero, del Pta, il Presidio territoriale di assistenza, servizio sanitario rivolto soprattutto alle person
e con patologie a lungo termine, i cosiddetti pazienti cronici, affetti da diabete e da scompenso cardio-circolatorio, spesso costretti a lunghe file per prenotare visite e esami non sempre appropriati e spesso obbligati a lunghe liste di attesa.
Indicati come i “pilastri” del riordino della tanto discussa (e discutibile) riforma sanitaria approvata dall’ARS nel 2009, i Pta sono già attivi nel Catanese, precisamente a Giarre ed a Librino. Il terzo presidio, che dovrebbe essere aperto entro la fine della prossima estate, sarà quello di Adrano.
Poteva la città di Adrano, scippata negli anni ’90 del proprio presidio ospedaliero nel silenzio dei politici di ogni colore, ricevere un tale servizio senza dover dare nulla in cambio? Ovviamente no…
La beffa. Ed infatti, puntuale, dopo pochi giorni, è arrivata la notizia della chiusura del Pte, il Punto territoriale di emergenza che, insieme a vari uffici ed al servizio di Guardia Medica, era ospitato nell’antica struttura di piazza Sant’Agostino, sede del distretto sanitario che comprende i comuni di Adrano, di Biancavilla e di Santa Maria di Licodia.

Il Pte ha rappresentato, per oltre dieci anni, l’unica postazione sanitaria capace di assicurare agli utenti adraniti, “orfani” dell’ospedale, un servizio di emergenza: dotato di attrezzature adeguate (elettrocardiogramma, respiratore automatico, ecc.), operativo 24 ore su 24, con un medico e un infermiere.

Il Pte dunque chiude, perché, afferma l’Asp (leggi sotto), ad Adrano quasi tutte le prestazioni erogate erano per la quasi totalità “codici bianchi”, situazioni poco complesse e di facile gestione, i cui costi non sarebbero stati più giustificabili.
Al suo posto è già operativo un nuovo servizio, il Ppi, il Presidio di primo intervento, le cui limitate funzioni (non solo in termini di orari), sono in grado di assicurare solo una prima forma di sostegno agli utenti, che devono poi venire smistati in altre strutture sanitarie: operativo solo dalle 8 alle 20, con un medico e un infermiere ma senza le attrezzature per affrontare le emergenze.
Le ragioni dell’Asp. Sulla vicenda, in una nota, l’Asp di Catania evidenzia che «in applicazione del decreto assessoriale del 30 settembre 2002, si è sospesa l’attività del Pte – si legge nella nota – tenuto conto che le prestazioni erogate in quest’ultimo (per la quasi totalità codici bianchi) non presentavano in massima parte criticità e pertanto potevano essere trattate in modo più appropriato in un presidio di primo intervento. Si è provveduto quindi all’attivazione del Ppi nella struttura di Piazza S’Agostino».
Spiega le novità in materia sanitaria ad Adrano anche il Commissario Sirna, lo stesso che qualche giorno prima annunciava l’apertura del Pta. «La modifica delle attività di emergenza-urgenza nel Distretto di Adrano – dice Sirna – si colloca all’interno del processo di razionalizzazione della rete territoriale dell’emergenza-urgenza. Il nostro obiettivo è di offrire una risposta sanitaria sicura ed efficace all’utenza, che garantisca sia un collegamento organizzato e funzionale fra le strutture territoriali e quelle ospedaliere, sia la realizzazione di percorsi virtuosi di continuità assistenziale». Il Ppi «garantirà – sottolinea una nota dell’Asp – la continuità dell’apertura dell’ambulatorio-codici bianchi inserito nel Poliambulatorio distrettuale. La nuova struttura dispone di competenze cliniche adeguate a fornire risposte a situazioni di minore criticità e bassa complessità: i cosiddetti codici bianchi. L’ambulanza 118 con i medici dell’emergenza h24 assicurerà, inoltre, l’attivazione immediata delle procedure d’emergenza-urgenza per il trattamento di casi più complessi e di più alta criticità».


Adrano “scippata”. Dunque, chiude il Pte (servizio per le emergenze) ma arriverà il Pta (servizio per le patologie croniche). Nell’attesa però, ecco il Ppi (servizio di primo intervento ma a tempo limitato e senza attrezzature)!

Stando alle sigle non dovrebbe cambiare molto. Il risultato, però, sarà ben diverso. E non siamo convinti della necessità di attendere la prossima estate (data prevista per l’apertura del Pta) per affermare che Adrano sia stata nuovamente scippata di un servizio essenziale.

La comunità adranita ha perduto, forse senza rendersene conto, l’unico servizio sanitario per fronteggiare le emergenze. Ancora una volta la nostra città esce sconfitta. Sconfitta da personalismi, da divisioni, quando invece bisognerebbe stare tutti dalla stessa parte.

è assurdo, in tale situazione, assistere a contrasti tra fazioni, che finiscono col rendere la nostra città un facile bersaglio all’interno di logiche sempre più penalizzanti, non solo in ambito sanitario.

Da qui il nostro appello alle forze politiche, culturali e sociali perché superino le divisioni, realizzando quell’unità d’intenti necessaria per scongiurare, con opportune iniziative, quella che si configura come una situazione di potenziale pericolo per la salute dei cittadini.
fonti: TVA / La Sicilia
 
Ecco il nostro comunicato, inviato all’emittente TVA (video sotto)

Chiusura Pte, potenziale pericolo per i cittadini‏