di Rita Marta Massaro sul quotidiano La Sicilia
In piazza Mercato, era sorto per la vendita al banco del pesce
Vi si giunge da diversi vicoli, tra cui uno stretto, come una “calle”, ed uno arcato. Da entrambi si ha la vista sullo sfondo di una scalinata in pietra lavica ravvicinata al chiostro, quasi da sovrastarlo. Come un plastico gigante riproduce un piccolo chiostro-tempio di un mercato sorto per la vendita al banco del pesce, con sottili colonne in ferro è ubicato quasi per caso in uno spiazzale.
Sul tetto del chiostro, agganciati a due puntali, due pesci segna vento in lamiera battuta con in alto due bandierine come mosse dal vento, il tetto a falde con i bordi pendenti in lamiera come squame di pesci.
Il suolo sotto la copertura di un colore rosato sembra essersi colorato con il sangue del pesce annacquato dal ghiaccio. Uno dei piloni in pietra della ringhiera in ferro battuto, porta forse i segni di un coltello affilato. Superate le scale, lo spazio si apre su uno slargo con altre strade e vicoli che vi si aprono intorno.
L’insieme visto dall’alto ricorda una tessera di un puzzle o il tassello di un mosaico. Racchiude in sé le caratteristiche stesse del centro storico: un’articolata quasi labirintica, una densa di storia e una sognante.
Nel silenzio sembra possiamo risentire le voci e il calpestio delle persone salire e scendere la scalinata, la folla radunarsi intorno al bancone del pesce, tutto il vivere quotidiano, è vita. La stessa magia si avverte attraversando vicoli e “vanelle”, le stradine scalettate, i percorsi articolati da scale e scalette, i sottopassaggi (alcuni arcati), gli spiazzi piccoli e grandi vicine alle chiese di cui è ricco il centro storico come ogni centro di origine medievale, con i suoi percorsi complessi, snodati, sembra introdurci all’interno di un disegno di una incisione scolpita sulla pietra di Escher e far parte di questo mosaico che è il centro storico: cuore pulsante di Adrano, collega le sue arterie al grande centro dove ad accoglierci troviamo il castello e la chiesa Madre e i giardini pubblici.
Aprendo gli occhi del cuore, vediamo Adrano in luce, restaurato con la sua anima visibile in ogni parte del mondo come una nuova costellazione astrale che brilla d’arte e storia.
Non so se l’autrice dell’articolo sia di Adrano ma posso dire, con certezza, che ha comunque saputo mostrare e interpretare l’essenza intima di un paese e di luoghi che non potranno mai abbandonarsi all’oblìo. E’ una descrizione autentica e appassionata di un luogo che, per me, è speciale perchè racchiude ricordi particolari della mia infanzia che, da quel balcone di casa dei miei nonni, che si affaccia sulla “pescheria”, come veniva chiamata allora, ha tratto alcune immagini che sono ancora impresse nella mia memoria nonostante ad Adrano non ci viva ormai da tempo. Grazie per l’interesse mostrato nei confronti di una terra che merita un destino migliore. Renato Milazzo.