Duro scontro tra fazioni sui social network dopo gli arresti dei giorni scorsi. Ad Adrano bianco e nero s’invertono, nel più assurdo dei paradossi. Tra i “se” e i “ma” o, peggio, nel silenzio generale di chi, da anni, si riempie la bocca con parole come legalità, onestà, antimafia, no pizzo. In questa deriva occorre tenere la barra dritta, delimitando chiaramente il confine tra i due schieramenti. NOI SAREMO SEMPRE DALLA PARTE DELLO STATO!
«Non siete degni di mettere nella bocca i nomi di questa gente che non conoscete». Marco ha meno di vent’anni, almeno all’apparenza. Sul social network Facebook fa parte di un gruppo con più di 15mila utenti dedicato alla sua cittadina, Adrano dreamers. È lì che Marco ha scritto queste parole, riferendosi ai nomi di Alfio Santangelo, detto Taccuni; il genero Nino Crimi, 35 anni; l’altro genero Antonino Quaceci, 45 anni; e Giuseppe La Mela, 42 anni. Tutti con precedenti, tutti di Adrano, i quattro sono stati arrestati dalla polizia perché condannati in via definitiva per associazione a delinquere di stampo mafioso e, a vario titolo, reati in materia di droga e di armi. Santangelo è ritenuto il boss indiscusso dell’omonima cosca adranita. Dopo la pubblicazione della notizia, sul luogo di ritrovo online i cittadini si sono divisi. E a chi chiede «Scusatemi, ma state difendendo dei mafiosi?», viene risposto «A na ci rumberi a men**ia e va corchiti sberru». «Ognuno si schiera da una parte, noi siamo poliziotti e stiamo da quella della legge», commenta Antonio Salvago, a capo della Squadra mobile etnea che ha operato l’arresto insieme ai colleghi di Adrano.
Tra il centinaio di commenti – compresi gli insulti personali tra gli utenti -, la frase che ricorre più spesso è un invito a tacere. A difendere i quattro arrestati sono soprattutto adolescenti e ventenni. C’è Salvo, che rafforza il concetto di Marco con un «Fegghi ra butt**a e sberri fatevi i fatti vostri». «Sapete solo giudicare, pezzi di mer*a, fatevi i caz*i vostri… Chi sputa in cielo, in faccia ritorna», commenta Carlo. Ma c’è soprattutto Alfio, uno dei più assidui commentatori. «Parlate di meno, siete solo buoni a giudicare, sciacquatevi la bocca prima di giudicare la gente cessi che non siete altro». Entra così nella discussione per poi abbandonarla solo ore dopo. In mezzo, ci sono insulti e minacce incrociate con Daniele, che si unisce ai commenti con queste parole: «La Sicilia è giudicata male nel mondo per colpa di tante persone vigliacche e merde come alcuni di voi».
A provare a spiegare il punto di vista di chi difende i presunti affiliati a Cosa nostra ci pensa Salvo: «Ci possono essere anche fratelli che purtroppo hanno scelto questa vita». E a quanti fanno notare come in troppi si schierino a favore della mafia per averne in cambio favori o per paura, risponde Silvio: «Sicuramente voi avete leccato il cu*o a qualcuno nella vostra vita insignificante, perché in Italia non ci sono mai stati santi. Ognuno della sua vita ne fa ciò che vuole e, se ci sono conseguenze, lo si sa bene». Un fitto botta e risposta in cui a pesare quanto le parole sono i silenzi. Lo fa notare Gaspare, che scrive: «In questo gruppo ci sono tutti i candidati a sindaco: Marica Terranova, Pippo Ferrante, Fabio Mancuso, Agatino Alberio, Pino Lo Re e Angela Anzalone, ma stano stannu tutti moti. Se macari iu u sacciu parrare u dialittu». La risposta però rimane sempre la stessa: «Se noddu miscatu cu ninti – scrive Alfio – Sei un leccacu*o dello Stato, nquaraquaquà…».
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Dopo i fatti di questi giorni preferisco rimanere anonima per preservare la mia incolumità, di fronte a una legge che per salvaguardarci non fa nulla.
Ho seguito le discussioni avvenute su facebook, dovendo utilizzare tutta la forza di volontà che avevo (e ho) ,per non intervenire. Ragazzini mafiosi ed ignoranti che attaccavano persone con il doppio dei loro anni solo perchè quest’ultime avevano supportato l’arresto dei suddetti mafiosi. Persone alle quali, nel giro di pochi minuti, sono state rivolte minacce di tutti i tipi…
Come se non bastasse, al seguito dell’intera famiglia Santangelo, hanno ben pensato di intervenire gli altrettanto ignoranti di turno, che non non si sono fatti mancare l’occasione per farsi belli davanti ai famigliari dei boss.
Nei post qui presenti qualcuno cerca le colpe di tali comportamenti; c’è poco da fare: la colpa non è dei genitori, bensì della legge e dello Stato italiano, che con la mafia ci va a braccetto. Se queste persone fossero state arrestate tempo addietro, forse i ragazzini che hanno commentato non sarebbero cresciuti in una condizione tale da pensare che la mafia sia una scelta che non va giudicata.
La verità è questa: ormai anche esprimersi su un social network diventa pericoloso poichè nessuno ci tutela, soprattutto contro la mafia.
Un abbraccio a chi comunque ce la mette tutta per combatterla, in particolar modo alle forze dell’ordine.
i centri di aggregazione non servono a nulla se i genitori non educano i propri figli,ma si sa,i figli sono lo specchio dei genitori,quindi..non li mandano a scuola,non credo che li manderebbero in un centro di aggregazione. oggi ho 21 anni,e quando mi scappa la parolaccia,mio padre mi rimprovera tutto’oggi.
Che schifo! L’involuzione! Voglio scappare da questo paese. Ragazzini che non sanno quello che dicono e mi spiace dirlo ma la colpa é dei genitori e delle istituzioni : i genitori perché lasciano sti ragazzi allo sbando (mio padre me le avrebbe date di santa ragione 1000 volte); e le istituzioni perché non creano centri di aggregazione. Credo che una buona educazione e una sensibilizzazione verso ció che é buono e ció che é non buono, questi ragazzi non l’abbiano mai avuta da nessuno. Terra bruciata
..chi sostiene i criminali è a sua volta un criminale. anche il Papa cerca di portarli nella retta via e questi vanno anche contro sua SANTITA’, sono dannati.