La derattizzazione del Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea regionale siciliana, è una guerra topicida senza fine. E i topi in Sicilia sono come i limoni, dopo ogni fioritura rispuntano: ogni anno costano 50mila euro. Ma i veri roditori per le casse dell’ente siciliano sono altri. Lo si apprende dalla pubblicazione sul sito dell’Ars delle spese dei deputati e dalla relazione della Corte dei conti. La spending review al di là dello Stretto è un concetto ancora molto vago. Qualche esempio. Dopo il decreto che dal 1° agosto scorso impose il tetto di 240 mila euro agli stipendi dei superburocrati si è scatenata la grande fuga per uscire dal ciclo produttivo.

Uno dei primi ad andarsene in pensione è stato fu Sebastiano Di Bella, segretario generale dell’Ars. Incassava ogni anno 520 mila euro (1500 euro al giorno). Il grand commis ha dato l’esempio e altri 10 lo hanno seguito a ruota. Risultato: la spesa per pensioni e vitalizi anziché scendere si è impennata toccando quota 76 milioni di euro.
Sarà per questo che Marco Forzese, deputato regionale che da ex assessore aveva già assistito al dissesto finanziario del comune di Catania, si è visto contestare 6,75 euro per il telegramma di condoglianze inviato al sindaco del comune di Adrano è rimasto di sale. Ma come? Per così poco? Già condannato in passato a rimborsare 4 mila euro all’erario, Forzese per non pagare il telegramma di tasca sua dovrà dimostrare il legame istituzionale con il caro estinto (la madre del sindaco di Adrano). La proliferazione dei necrologi è diventato un caso; è stato richiesto un supplemento d’indagine. Bisognerà dimostrare che la pubblicazione dell’annuncio funebre è avvenuta per fini istituzionali e non per mero interesse personale.
*