Il Cda dell’azienda ha eliminato il canone fisso e applicato la tariffa sui metri cubi realmente consumati, aumentando comunque i costi al m3 per le diverse fasce.
Da oggi gli utenti dell’Acoset dovranno porre particolare attenzione ai consumi giornalieri di acqua. L’assemblea dei soci dell’azienda idrica (composta dai sindaci dei Comuni azionisti) ha approvato la rimodulazione tariffaria per la eliminazione del minimo impegnato di cui, sino al 31 dicembre, godevano gli oltre centomila utenti dell’azienda che gestisce il servizio idrico in 20 Comuni della provincia.
Oltre alla frazione di San Giovanni Galermo, i Comuni serviti dall’Acoset sono: Aci Bonaccorsi, Aci S. Antonio, Adrano, Belpasso, Camporotondo Etneo, Gravina, Mascalucia, Nicolosi, Pedara, Ragalna, S. A. Li Battiati, S. Giovanni La Punta, S. Gregorio, S. Maria di Licodia, S. P. Clarenza, Trecastagni, Tremestieri, Valverde e Viagrande.
La rimodulazione della tariffa è stata attuata in rispetto del decreto “Salva-Italia”, che prevede “il raggiungimento dell’equilibrio economico della gestione dei servizi idrici e fognario”, il che, in parole povere, sta a significare che i costi del servizio idrico devono avere la copertura attraverso le tariffe.
Cosa cambierà in concreto?
Innanzitutto è stato eliminato il canone (euro 15,50) che dava la possibilità di avere forniti 30 m3 di acqua (la famosa quota fissa). Superato questo tetto, le fasce andavano da 31 a 45 m3 (costo 0,92 euro a m3), da 45 a 60 m3 (costo 1,23 euro a m3) e da 60 m3 in poi (costo 1,84 euro a m3).
La nuova articolazione tariffaria è la seguente: tariffa base sino a m3 23 al costo di 0,72 euro a m3, cioè 16,65 euro contro i precedenti 15,50 euro di quota fissa (tra l’altro per 7 m3 di acqua in meno); nella prima fascia si va da 23,1 a 46 m3 ed il costo è di 1,29 euro a m3; seconda fascia da 46,1 a 60 m3, costo 1,72 euro a m3; terza fascia da m3 60 in poi, costo 2,59 euro.
A voler fare un po’ di conti, una famiglia media di quattro persone che consuma 100 m3 di acqua a trimestre (circa mille e cento litri di acqua al giorno), con la nuova tariffa pagherà circa 44 euro in più a trimestre. Una penalizzazione sostanziale per le famiglie.
Di contro dovrebbero spendere di meno i villeggianti che sino ad oggi hanno pagato il canone con 30 m3 di quota fissa. Resta invariata, invece, la quota fissa di 2,10 a trimestre per i residenti e di 6,30 a trimestre per i non residenti.
E’ chiaro come, nonostante le rassicurazioni di rito (“ognuno pagherà per quello che spende”, parole del Presidente Rizzo), sia stato varato un aumento delle tariffe. Vero è che la quota fissa è stata cancellata ma il costo complessivo per un nucleo familiare, come riportato sopra, finisce comunque per aumentare. Della rimodulazione beneficerebbero i villeggianti, i proprietari di seconde case ed i nuclei costituiti da una o due unità.
Ci chiediamo, a questo punto, se e quanto tale rimodulazione fosse obbligatoria. Siamo certi che tali risposte arriveranno, a stretto giro di posta, da chi rappresenta Adrano in seno al Cda dell’Acoset.
fonte: La Sicilia del 24.02