Ferrante sembra appeso ad un filo ma con tutta probabilità salverà la poltrona.
A chi interessa davvero questa sfiducia? Ecco i giochi che si stanno concretizzando dentro e, soprattutto, fuori dal Palazzo Comunale.
Mercoledì 21 novembre, ore 20. Aula Consiliare. Il Presidente del Consiglio, Pippo Brio, ha convocato per tale data quella che sarà la seduta più importante degli ultimi anni, dalla quale dipenderà il futuro politico del Sindaco Ferrante e degli stessi Consiglieri. Più in generale, però, sul tavolo c’è il futuro politico ed amministrativo della nostra città.
All’ordine del giorno sono inseriti 4 punti:
– approvazione dei verbali delle sedute precedenti;
– approvazione del Piano per il rischio sismico;
– mozione di sfiducia al sindaco Ferrante;
– mozione di sfiducia al Presidente Brio.
Servono 20 voti per fare passare le mozioni. Se dovesse passare quella nei confronti del Sindaco, con Ferrante cadrebbe anche il Consiglio (e lo stesso Brio). Tutti a casa, insomma. Un’eventualità auspicata da molti…
Molti ignorano che la legge regionale n. 6 del 5 aprile 2011, pubblicata in GURS n. 16 dell’11/04/2011, ha apportato sostanziali modifiche al sistema elettorale nonché in materia di composizione e decadenza degli organi comunali e provinciali. In particolare, l’articolo 7 definisce i tempi, le “modalità di esercizio” della mozione di sfiducia (
leggi) e l’immediata cessazione di TUTTI gli organi elettivi del Comune al momento dell’approvazione della mozione stessa.
Cercheremo adesso di capire se possano esserci eventuali anelli deboli tra i 20 firmatari della mozione contro Ferrante, analizzando i vari schieramenti in campo. Tra i vari “rumors” di queste ore, riportiamo anche i presunti ripensamenti di alcuni Consiglieri: sembra che alcuni dei firmatari non fossero a conoscenza che, con il concretizzarsi della sfiducia al Sindaco, automaticamente verrebbe sancita la fine del proprio mandato (secondo quanto stabilito dalle legge regionale sopracitata).
Il Pd (4 Consiglieri). Pietro Mavica, Luca Petralia, Adele Trovato e Giuseppe D’Agate voteranno compatti contro Ferrante. E’ la strategia decisa per presentarsi ripuliti e riverniciati ai blocchi di partenza dopo oltre quattro anni al governo e dopo estenuanti verifiche di maggioranza che hanno determinato serie difficoltà per la nostra città. Mettendo da parte la coerenza, nella vita è possibile cambiare idea, per carità! In tal senso sarebbe stato corretto e auspicabile (e lo diciamo da settimane) che il Pd avesse ritirato i suoi uomini dai posti di sottogoverno (vedi componente “esterno” del nucleo di valutazione).
Gli ex Pdl (adesso Mpa? – 9). Federico Floresta, Carmelo Monteleone, Maria Stella Corsaro, Gaetano La Mela, Giuseppe Alongi, Giovanni Stimoli, Roberto La Spina, Antonio Barone e Orazio Toscano, voteranno, salvo sorprese “last minute”, la sfiducia. Sarebbero in atto trattative, gestite direttamente da Ferrante, per cercare di acuire alcune “crepe” nel gruppo sopracitato, accentuatesi dopo i risultati delle ultime regionali.
Adrano 2010 (3) (gruppo che fa riferimento alla famiglia Di Gloria, padre e figlio). Alessandro Zignale, Pietro Russano e Agatino Ciadamidaro, già fedelissimi del Sindaco, tra i fautori della sua candidatura e protagonisti del successo del 2008, adesso hanno cambiato idea (anche loro!).
Prima di continuare, vorremmo soffermarci sulla caratteristica condivisa dai tre gruppi sopracitati: tra le loro fila sono presenti (chi in prima fila, chi tra le retrovie) tre ex politici (fuori dai giochi o non più in prima linea) che vorrebbero tornare a calcare le scene. Ecco i “vecchi” che tramano nell’ombra, pronti al rientro, citati a più riprese da Ferrante.
Passiamo agli altri quattro firmatari.
Giosuè Gullotta (Pdl). Già capogruppo ed ora unico superstite di quello che era stato il folto gruppo del Pdl in Consiglio, dopo aver più volte votato (secondo noi correttamente) e sostenuto la maggioranza, ha deciso che per Ferrante è arrivato il capolinea. E’ infatti lui, al contrario di quello che si possa pensare, l’ideatore ed il motore propulsivo di questa mozione, che ha trovato subito d’accordo esponenti del suo ex gruppo (con cui non ha mai interrotto i contatti) e del Pd.
Gullotta, espressione del centrodestra, probabilmente mira a sfiduciare il Sindaco per sancirne l’incandidabilità per le prossime amministrative ed aprire così la strada a nuovi (o vecchi, come dicevamo sopra) nomi, non necessariamente appartenenti alla sua area politica.
Salvatore Coco, Paolo Politi (Gruppo misto) e Nicola Cusimano (Mpa?). Le possibilità che Ferrante ha di rimanere in sella vanno ricercate qui. Coco senior è ormai da mesi in rotta con la leadership firrarelliana e starebbe lavorando all’alternativa sopracitata, volta a riportare in auge vecchi volti della politica locale. Una nomina assessoriale potrebbe fare cambiare idea?
Stesso discorso per Politi, che è ancora organico al Pdl (pur appartenendo in Consiglio al Gruppo Misto). In questo caso, a pesare negativamente per il Sindaco potrebbe essere la vicenda (di qualche anno fa) riguardante la burrascosa revoca dell’assessore Neri.
Cusimano, già fedelissimo di Ferrante, di recente è stato “scaricato” dagli sponsor che fecero confluire su di lui un gran numero di preferenze, incoronandolo come il Consigliere più votato. E’, con tutta probabilità, alla ricerca di una nuova collocazione.
Gli altri 10 Consiglieri, alcuni dei quali saranno verosimilmente assenti per motivi di lavoro, non voteranno la sfiducia.
Questo Vi dovevamo, perché chi legge possa farsi un’idea circa i giochi che si stanno concretizzando dentro e, soprattutto, fuori dal Palazzo Comunale.
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