In questi giorni si parla molto delle iniziative da intraprendere per sostenere la produzione e far in modo che nessuon perda il lavoro. La più gettonata e forse quella che verrà attuata è quella degli eco-incentivi per chi rottama una vecchia auto o una vecchia moto.
Poi vi sono i lavori per la ristrutturazione delgi immobili per renderli meno inquinanti, come ad esempio la deducibilità delle spese per l’acquisto di infissi metallici, l’isolamento della casa e altre cose di questo genere che a mio parere sono più indirizzate all’emersione del lavoro nero.
Vi chiederete perchè la deduzione di una somma dall’IRPEF faccia emergere il lavoro nero, subito spiegato: per dedurre una spesa dal reddito bisogna essere in possesso di un documento attestante il lavoro eseguito, in questo caso la fattura, quindi se voi volete dedurre tale somma dalla dichiarazione sarete obbligati a farvi fare la fattura, ma come tutti ben sappiamo, come accade spesso per le visite specialistiche, all’atto dell’emissione della fattura l’importo aumenta, da lì nasce i problema.
Quindi a mio avviso l’unica soluzione seria per il momento sarebbe quella degli incentivi all’acquisto di una nuova auto. Riflettendo però viene subito in mente che se uno non compra una nuova macchina non lo fa certo per i 1.000 € in più o in meno, ma sicuramente perchè acquistare un auto è un passo molto più impegnativo, in media una familiare va sopra i 15.000 €.
Io sarei per cose più dirette, intanto abolire il canone rai porterebbe quasi tutte le famiglie ad un risparmio di 100 e passa euro l’anno (non andrebbero così sprecati per pagare qualche divo holliwodiano che si reca a Sanremo, visto il periodo).
Altro passo potrebbe essere quello di limare leggermente i compensi di Deputati e Senatori, sopra a tutti quelli regionali che in molte regioni è pure superiore a quello dei colleghi nazionali.
La mia proposta e quella di livellare i compensi e abbassarli diciamo di un 5% che su 10.000 € sono solo si far per dire 500 €.
Siete pregati di aggiungere la vostra opinione e di proporre soluzioni.
Alfio Arena
—-> http://obbiettivo-adrano.blogspot.com/
ciao, antonio posso dirti solo una cosa in riferimento al tuo ultimo commento??penso di si!, anche io no ne capisco niente perchè faccio un altro lavoro, ma posso capire palesemente che tu sia un commerciante! e fai questi discorsi solo per questo, cmq non sarai un’economista, ma sei un “percentualista”????
Rimarebbe il 35%, come differenza del 65% iniziale, tanto per cominciare.
Anche se non saprei come considerare (o a cosa si riferiscono) le 2 percentuali.
Poi rispetto a che cosa il prodotto viene pagato il 65%?
Mi scusi, sarò tardo, forse non capisco nulla di economia, ma per quel che so è che un prodotto lo pago circa il 65% finito d’iva.
Ovvero il 45% che dovrebbe essere il ricavo del rivenditore e il 20% d’iva.
Dal 45% dobbiamo eliminare: Luce, acqua, affitto, inps, e altre ulteriori tasse, di conseguenza cosa rimane? a voi la risposta egreci economisti.
si sbaglia e mi dispiace contraddirla, il prezzo finale di un bene (semplificando) è dato dalla somma fra costo e imposta, dato che l’imposta è massimo il 20% il prezzo finale del bene non è altissimo ma bensì maggiorato del 20%.
Per quanto riguarda il prezzo dei beni che a noi può sembrare più o meno caro le cause son ben altre e son da attribuire (ad esclusione dal costo di produzione) dalle percentuali di ricarico che gli intermrdiari applicano al costo di acquisto, le faccio un esempio molto esplicativo e contestuale alla sua terra, conoscerà sicuramente un coltivatore, ecco chieda a lui a che prezzo vende i propri prodotti sul mercato, poi guardi la tv (occhio alla spesa per citarne uno) e faccia la differenza fra i due prezzi con o senza IVA tanto la differenza è così alta che a questo punto come le dicevo in precedenza l’IVA è si cara ma non così influente sul prezzo finale del bene.
Spero adesso tutto a lei risulti più chiaro e\0 comprensibile.
Sig. Anonimo 2 il concetto fondamentale è che dal produttore al consumatore per colpa dell’IVA il costo del prodotto è altissimo
Antonio 2
il commento rilasciato in precedenza mi fa molto ridere, se anche il consumatore finale scaricasse l’ IVA che senso avrebbe metterla?Mi spieghi sig Antonio vista la sua addentrata conoscienza in materie economiche
Mi Scusi sig. Obbiettivo Adrano pr il noi, volevo dire noi nel senso di consumatori, a volte il mio italiano pecca, anzi direi spesso.
Sig. Alfio, volevo dire che appunto, siccome il consumatore finale non scarica l’IVA compra il prodotto ad un costo eccessivo.
Veramente io non ho capito a cosa si riferisce. Non centra niente il discorsi di scaricare l’iva. Il consumatore finale non la può “scaricare”.
Signor Antonio, le do del lei per non risultare maleducato visto che lei dà del lei a ciascuno di noi, va tutto bene. Ho semplicemente invitato gli anonimi a firmarsi… Adesso sappiamo che lei è Antonio ad esempio ma non si capisce se a scrivere l’ultimo messaggio da anonimo sia stato stato sempre lei o qualcun’altro perchè quel ‘NOI’ non si è capito. Auspichiamo una maggiore trasparenza nei suoi messaggi o di chi per lei. Grazie.
Sig. Admin, mi son firmato, mi chiamo Antonio, cosa non va bene?
Messaggio per gli anonimi. Abbiate il coraggio di firmarvi… Non vi mangiamo mica! Un pò più di coraggio nel portare avanti le proprie opinioni non guasterebbe… Grazie!
Antonio, sig. Arena, ha ragione, forse mi sono spiegato male, noi parliamo del costo del prodotto, non del fatto che l’iva si scarichi. Mi ha capito?
Non si arriva alo stesso risultato poichè dopo i vari passaggi è solo il consumatore finale che paga l’imposta.
Tutti coloro che attuano un passaggio compensano iva a credito con iva a debito facendo solo da “sostituti d’imposta”, versando appunto l’iva per conto dell’utilizzatore finale, quindi capisci bene che l’iva è “pagata” una sola volta.
Fatturando non viene fuori solo l’iva in più, ma facendo parte del fatturato su quella parte il venditore va a pagare le tasse, ecco spiegato il motivo per cui quqndo chiedi una fattura spesso non ti calcolano solo un 20% sull’importo ma molto di più.
Comunque tengo a ricordare che l’iva non è solo al 205 ma esiste un aliquita del 4 e una del 10%.
Salve, Sig. Arena, mi scuso, non era la mia una critica, assolutamente, solo un piccolo accorgimento, anche perchè a parer mio, un articolo del genere, molto importante, e fatto molto ma molto bene, visto che lo ha scritto celermente. Comunque, il mio calcolo detto alla “fimminina” era per dimostrare a parer mio, secondo la mia ignoranza quanto un bene possa per colpa dell’iva diventare costoso. Pensavo fossero questi diciamo i fondamentali passaggi. Mi farebbe piacere sapere se per lei non è un problema poter sapere in maniera semplice quali sono i passaggi e se alla fine si arriva bene o male allo stesso prezzo che ho detto io. Mi scuso ancora se ho sottolineato gli errori di battitura, non era mio intento offenderla. La ringrazio per la sua disponibilità, antonio.Ps signor luka, spero che le vada bene il mio nome, vorrei sottolineare ancora che la mia non era una critica. Grazie.
Ma innanzi tutto il passaggio spiegato dall’anonimo non è proprio corretto.
) Questo tanto per stemperare gli animi, l’errore può capitare. Però magari firmatevi, sono certo che Alfio sarà disposto a parlare dell’argomento.
Poi meglio qualche errore di battitura che qualche orrore ortografico (10° rigo; anche HAI beni di prima necessità). Verò anonimo?
Mi scuso per gli errori ma ho scritto con molta fretta.
Non capisco se sia una critica o qualcosaltro.
Non è proprio così che si fanno i conti.
La situazione è un pò più complicata.
Spero si firmi la prossima volta.
Complimenti, in maniera semplice, anche se c’è qualche errore di battitura, hai spiegato la soluzione anticrisi.
Non credi sia giusto che l’idraulico quando viene a casa tua e ti frega 50€ per sturare il wc col mocio di tua madre debba emetterti almeno una ricevuta fiscale?
Il primo problema degli italiani è quella stramaledetta IVA al 20% che crea costi molto eccessivi anche hai beni di prima necessità. Se un prodotto che esce dalla fabbrica costa € 1+IVA, e se questo prodotto deve passare dal grossista, al rappresentante, al rivenditore, a quanto ammonterà il suo valore? consideriamo il 45% di guadagno ad ogni passaggio: appena esce dalla fabbrica già vale € 1.20, il grossista lo venderà a circa € 1.98 al rappresentante al quale tocca il 10%, quindi compreso IVA perchè il rappresentante deve essere titolare di paritita iva, 2.574€, il rivenditore lo venderà a € 4,47 ovvero rispetto al prezzo di fabbrica escluso iva ci sono circa 3.47 € in più. Su questo prodotto lo stato ha guadagnato circa l’80%. Sig. Arena credo di aver fatto il conto giusto. Quindi quali sono gli incentivi a spendere?