Presidente della commissione regionale Territorio e Ambiente nell’ei fu esperienza parlamentare della legislatura Lombardo, l’ex deputato regionale Fabio Mancuso torna allo scoperto. E lo fa per dire la sua sull’apparentemente inspiegabile avvio di quelle Srr che avrebbero dovuto spazzare via quei carrozzoni dello spreco costituti dagli Ato rifiuti: fotografia impietosa di un sistema tutto siciliano dove il pubblico ed il privato si intrecciano pericolosamente in nome di quello che è il business numero uno nell’isola e che ha finito col devastare finanziariamente cittadini e Comuni. Uno sfascio senza precedenti da scontare per decenni.

Mancuso, le Srr non sono mai partite: se le domando il perché?

“Questo è un mistero della Sicilia e di questo governo regionale. Non si capisce perché la legge che ha debellato quegli Ato che hanno mandato a fallimento quasi tutti i Comuni dell’isola ad oggi non venga applicata. Così è tutto un bluff”.

Ci dica la sua idea.

“Io mi sono fatto l’idea che non esiste un Piano industriale soprattutto per quello che riguarda gli impianti: l’impiantistica è rimasta così come era stata lasciata dai governi precedenti; non ci sono passi avanti; ci sono gare deserte; ci sono sempre gli stessi operatori; non c’è mercato e così il prezzo sale, la spazzatura aumenta e gli utenti sono costretti a pagare bollette salatissime che non so fino a quando potranno reggere a questo sistema”.

Ma Lei, che ne era presidente, ed i suoi colleghi che facevate parte della Commissione parlamentare Territorio e Ambiente, cosa avete lasciato?

“Abbiamo lasciato la Legge 9 del 2010 che poi è stata variata in piccole cose anche dal governo Crocetta ma, fondamentalmente, tutto quello che è scritto oggi è l’indirizzo che avevamo dato”.

Ovvero?

“Ovvero, mettere all’angolo quei sindaci che si ribellano a sovvertire questo sistema inaccettabile non è stato applicato perché il potere dell’assessore agli Enti locali, all’Energia o dello stesso presidente della Regione permetteva di destituire quei sindaci che non avrebbero messo a regime quella che è una piaga che ha messo in ginocchio la Sicilia”.

I rifiuti sono ancora il business numero uno in Sicilia?

“Certamente. E’ il business con i numeri più alti: perdipiù nel mezzo ci sono denari che vengono dalle tasche dei cittadini: milioni e milioni di euro che, non si capisce come, sono nelle mani di pochissimi imprenditori”.

Ci dica, allora, cosa occorre fare per sbloccare questo inghippo, tanto per utilizzare un eufemismo?

“Si devono fare gli impianti in Sicilia: Crocetta deve parlare col Governo. Solo così può diminuire il costo di conferimento in discarica e si mettono le amministrazioni comunali nelle condizioni di far diventare il rifiuto una risorsa”.

E perché voi non ci siete riusciti con lo scorso governo regionale? 

“Non è così. Io dello scorso governo regionale non facevo parte ma da presidente della commissione ricordo che la Legge 9 è stata varata, è stato fatto un bando per i cinque impianti di compostaggio – peraltro c’era un contributo a fondo perduto del 50%, di 50 milioni di euro, messo da parte con l’ordinanza che era in atto fino al 31 dicembre del 2011- ed, allora, chiederei: quella gara che fine ha fatto?”.

Senta, ci dice invece a che punto sono le sue vicende giudiziarie?

“Sono finite, almeno spero”.

Nel senso che?

“Io sono stato per quasi tutti i processi che mi vedevano imputato assolto “perchè il fatto non sussiste”. C’è stato non dico un accanimento giudiziario nei miei confronti, ma un accanimento politico che si è rivolto alla magistratura: e la magistratura ha verificato tutto. Solo sulla vicenda che riguarda il finanziamento illecito ai partiti, ho deciso di chiudere il conto – anche se io non potevo sapere che quella ditta che finanziava la campagna elettorale non aveva registrato il finanziamento stesso – ed ho patteggiato una pena di otto mesi. Anche se la colpa non è mia”.

Ed oggi, politicamente parlando, Mancuso dove si colloca: Lei adesso è in Forza Italia.

“Mancuso si colloca in un partito che ritengo possa ancora avere i valori della libertà e della libera impresa: di un partito che ancora potrebbe dare e avere slancio se si affida ai giovani”.

Come si è lasciato con Firrarello?

“Con Firrarello ci siamo lasciati molto male”.

E con Lombardo? Vi sentite ancora?

“Con Lombardo, rapporti sereni. Ci siamo sentiti per le elezioni europee e con tutti gli altri miei colleghi direi che i rapporti sono rimasti più che buoni liberi da qualsiasi interesse o altro”.

L’abbiamo lasciata, poco più di un anno fa, candidato sindaco del suo paese, Adrano: oggi Fabio Mancuso da qui in avanti a cosa guarda?

“Guardo e mi interesso affinchè qualche bravo giovane che abbia a cuore le sorti della mia città possa riprendere in mano una situazione disastrosa che da sei anni attanaglia la città nella quale sono nato, cresciuto e nella quale sono stato sindaco. Guardo ad una nuova classe dirigente. Personalmente, non ho alcun interesse: voglio solo contribuire ad individuare quei giovani che possano dare nuova vita finalmente ad alla politica adranita. E di questi giovani, secondo me, ce ne sono di diversi: anche fuori dal mio partito, dall’altra parte della barricata”.

– Anthony Distefano

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