Il Presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta e l’assessore alle Attività produttive Linda Vancheri hanno siglato un accordo con Assomineraria, presente Pietro Cavanna, presidente Settore idrocarburi, e le società EniMed SpA,, Edison Idrocarburi Sicilia Srl e Irminio Srl.

L’estrazione di petrolio e gas, eufemisticamente chiamata “coltivazione”, è il pane quotidiano per le lobby energetiche. Secondo Crocetta questo accordo contribuirà al sviluppo economico della Sicilia, “al miglioramento della situazione finanziaria per effetto dell’incremento delle entrate relative alle royalties” dando “una risposta di tipo innovativo che rilancia fortemente l’occupazione con un progetto di investimenti ecosostenibili”.

Ecosostenibile? Trivellare off-shore e on-shore è in antitesi con il concetto di eco sostenibilità. Si minaccia la biodiversità marina con “il conferimento del permesso esclusivo di idrocarburi liquidi e gassosi” nel Canale di Sicilia, al largo della costa del sud-est. I territori limitrofi a luoghi dichiarati patrimonio dell’UNESCO vengono individuati come siti idonei senza tener conto anche della sismicità del territorio. A questo proposito vengono in mente Scicli, che rientra in zona 2 (come su indicazione nell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274/2003, aggiornata con la Delibera della Giunta Regionale della Sicilia n. 408 del 19.12.2003.), i territori al confine fra Ragusa e Catania, o l’area “Biancavilla”compresa tra i comuni di Adrano, Biancavilla, Santa Maria di Licodia, Regalna (CT) Centuripe, Regalbuto (EN). Vista la situazione, non ce la si può cavare con le parole “investimenti ecosostenibili”.

Ecosostenibili e biosostenibili sono tutte quelle attività che non alterano la realtà eco sistemica né le regole che la governano e inoltre non compromettono la capacità delle generazioni presenti e future di goderne. Il modello di rilancio che viene proposto perpetua una visione di sviluppo che guarda come in passato allo sfruttamento del sottosuolo e dei mari, senza curarsi del valore occupazionale, economico e di crescita sociale che potrebbero avere investimenti sia nel settore ittico che nel settore turistico, piuttosto che creare di fatto due mappe integrate della Sicilia – una della storia delle bellezze siciliane e una delle bruttezze inquinanti – che non si limitano a questa tipologia di interventi, mostri di varia natura.

È ancora latitante nelle stanze dei governi un modo di guardare al potenziale che ogni territorio possiede, con una visione progettuale sensibile e diversa da quelle che sino ad oggi si sono avvicendate, a livello regionale come nazionale. Le rivoluzioni non sono queste: si fanno cambiando forma e contenuto, ma anche le modalità di decisione.

FONTEhttp://www.huffingtonpost.it/giuliana-buzzone/crocetta-sviluppo-economico-sicilia_b_5465372.html?utm_hp_ref=italy