Nonostante il maxi-debito, gli Ato rifiuti rimarranno in vita per altri sei mesi almeno. Il governo Crocetta è stato costretto a prendere atto che il termine del 31 dicembre non può essere rispettato. La riforma, varata nel 2010, prevede che i 27 Ato vengano chiusi e che il servizio passi di nuovo ai Comuni, con coordinamento affidato a nuove società, le Srr, che però dovevano nascere proprio in questi giorni: un obiettivo fallito.
La Regione costretta a varare una legge che impedisca la paralisi della raccolta e la perdita di 12 mila posti.
Scattano i licenziamenti collettivi negli Ato rifiuti. La Regione è costretta, in tempi rapidissimi, a varare una legge che impedisca la paralisi della raccolta e la perdita di 12 mila posti di lavoro.
È una corsa contro il tempo: l’Ars dovrà varare, in due settimane, l’esercizio provvisorio (in sostituzione del bilancio regionale) e la proroga, per altri sei mesi, dei vecchi enti che gestiscono la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Una norma “paracadute” per il personale, fino a luglio 2013, e per avviare la transizione verso un nuovo modello di gestione.
Nell’attesa, poiché la legge (del 2010) prevede che gli Ato chiudano il 31 dicembre, i commissari liquidatori hanno avviato procedure di licenziamento collettivo del personale. L’Ato Palermo 5, che gestisce il servizio per sedici Comuni compresi nell’area fra Termini, Cefalù e le Madonie, ha comunicato ai sindacati il licenziamento di tutti i 225 operai, a partire dal primo gennaio. Per Cgil, Cisl e Uil «altre situazioni dello stesso tipo stanno per verificarsi a Messina, Catania e Agrigento. Appare ormai abbastanza evidente che il settore dei rifiuti, senza un concreto confronto con le parti sociali, è totalmente allo sbando e a pagare sono i lavoratori». I sindacati chiedono a Crocetta di essere ricevuti e preannunciano una serie di sit-in sotto presso la Presidenza della Regione. Tensione ancora più alta in altre realtà.
In tanti rischiano dunque il posto dal primo gennaio. Il motivo è che le Srr, che dovevano sostituire gli Ato sotto forma di consorzi di Comuni, non sono stati creati. Per questo motivo, spiegano all’assessorato regionale ai Rifiuti, a giorni arriverà all’Ars un disegno di legge che proroga i vecchi Ato. Il testo prevederà anche la possibilità di appaltare, per lo stesso ambito geografico, un nuovo servizio di raccolta e smaltimento che successivamente ogni sindaco (o gruppi di sindaci) potrà sfruttare con contratti di servizio più particolari. Nell’attesa di decidere quale sarà l’ente appaltante in sostituzione delle Srr (vero nodo del disegno di legge), il personale resterà in servizio nei vecchi Ato, senza transitare nei Comuni: il disegno di legge prevederà che le ditte aggiudicatrici dei nuovi appalti saranno obbligate ad assorbire questi lavoratori.Gli stessi interrogativi sul servizio integrato dei rifiuti (e del sistema di tariffazione) sono stati affrontati, qualche giorno fa, durante l’assemblea dei soci tenutasi nella sede della Simeto Ambiente.
In merito alla tariffazione, i sindaci dei 17 Comuni ed i vertici dell’Ato Ct3 hanno discusso circa l’eventualità di passare alla nuova tassa chiamata “Tares” (tassa sui rifiuti e servizi) oppure restare in regime di Tia2. Questione che i sindaci hanno rivolto anche all’avvocato Maurizio Fogagnolo, esperto di tributi locali e consulente Anutel (Associazione Nazionale Uffici Tributi Enti Locali).
Alla luce della proroga dei vecchi Ato, i sindaci sembrano orientati, per la tariffazione 2013, ad utilizzare una bollettazione provvisoria (al momento solo semestrale), con importi che non dovrebbero discostarsi molto dalle tariffe 2012, tenendo conto dei risultati della raccolta differenziata.
Ad annunciare questa proposta sono stati il sindaco di Paternò, Mauro Mangano, ed il commissario liquidatore di Simeto Ambiente, Angelo Liggeri. La bollettazione provvisoria semestrale (periodo gennaio-giugno), in caso di conferma, sarà suddivisa in tre rate, con pagamento fissato a gennaio, marzo e giugno.
Nel frattempo, il presidente del consorzio Simco, Concetta Italia, ha inviato una nota al prefetto di  Catania e, per conoscenza, alla Simeto Ambiente ed ai sindaci dell’Ato 3 che ha come oggetto “richiesta di convocazione urgente – emergenza rifiuti”. La responsabile del consorzio evidenzia che, ad oggi, il consorzio non ha ricevuto dall’Ato 3 il saldo del corrispettivo dovuto per il mese di ottobre 2012 (per un importo di un milione e 235 mila euro) né il saldo di 483 mila euro per mensilità precedenti e lavori straordinari, né i proventi della raccolta differenziata. “Circostanza ancora più grave – scrive nella nota Italia – è che il consorzio Simco vanta nei confronti di Simeto ambiente l’importo di 24 milioni e 754 mila euro derivanti dall’atto di transazione del 16 dicembre 2011 e dalla contestuale certificazione del credito trasmessa dal debitore alla regione siciliana”. Il consorzio Simco, alla luce dell’incertezza legata all’incasso di tali somme, chiede chiarezza circa tempi e modalità di riscossione degli importi dovuti. Il consorzio sottolinea la necessità di procedere al pagamento degli stipendi e della 13esima mensilità ai lavoratori, non ritenendosi responsabile di eventuali disservizi sul fronte rifiuti. Sarebbe dunque a rischio il pagamento degli stipendi per gli operatori ecologici.
Immediata la reazione della Cgil Funzione pubblica che, con una nota, ha annunciato lo stato di agitazione. Il sindacato inoltre ha richiesto un intervento del prefetto ed un incontro urgente.
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fonti: La Sicilia / BlogSicilia.it  / Gds.it / TVA