Tutti sapevano ma, come spesso accade, nessuno parlava. Adesso si è arrivati ad un clamoroso e rumoroso epilogo, crediamo inevitabile, che potrebbe segnare la svolta, dopo aver individuato quella che tutti riconoscono come la “punta dell’iceberg”. Si tratta infatti di un fenomeno diffusissimo, di cui si è parlato anche su questo blog nei mesi passati.
Ma veniamo ai fatti.

L’accusa è di truffa aggravata e falso ideologico ai danni del Municipio. Un capo d’imputazione che ha spedito dietro le sbarre un dipendente comunale di Adrano che gli agenti del Commissariato di Polizia hanno pedinato per giorni; per quasi tre settimane. Un appostamento continuo che alla fine ha accertato come il dipendente (assunto nel 1990 dal Comune di Adrano) dopo avere timbrato, punzonato, regolarmente il proprio tesserino tornava tranquillamente a casa o in alternativa stava in giro per la città magari facendo la spesa. Poi tornava, regolarmente, al suo turno di lavoro (si fa per dire) ma solo per ritimbrare il proprio tesserino segnatempo a chiusura dell’orario lavorativo. Il dipendente comunale in questione l’ha fatta franca per parecchio tempo: la mansione di custode evidentemente era divenuto più un passatempo che un lavoro: un hobby però regolarmente pagato con lo stipendio municipale.
Alla fine una segnalazione anonima giunta al Commissariato sembrerebbe avere allertato gli inquirenti. I poliziotti lo hanno seguito, come detto, per una ventina giorni: lo hanno filmato con piccole telecamere in giro per strada acquisendo così la prova certificata che rispettare l’orario di lavoro era divenuto una sorta di optional.
Al momento dell’arresto, avvenuto nell’abitazione dell’uomo, il diretto interessato ha accampato una scusa davvero poco probabile: quella di essere a casa perché in procinto di andare in ferie e di non avere ricevuto ancora i buoni pasto del Comune. Giustificazione che non ha gli ha evitato l’arresto.

fonti: StarNews VideoStar, TVA

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